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Cognomi e soprannomi calitrani nel '700 ricavati dagli atti preliminari
del "Catasto onciario"

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[I SOPRANNOMI]

Antonio Bozza = Moschillo; Giuseppe Bozza = il Paccio; Antonio Capossela = Ionto Vaccaro; Giovanni Caputo = Potegaio; Giuseppe Caputo = Bannito; Giuseppe Caputo = Sileo (omonimo del precedente, abitava« sotto le case cadute» ); Lonardo Cesta = Cieco; Antonio delli Liuni = Nasone;Giuseppe delli Liuni = Tungio; Donato di Ferrante = Babuscio;

Donato della Polestra = Palio; Domenico di Cosmo= lo Mugliero; Giuseppe di Milia = Fortuna;Donato di Napoli = Dottore; Giuseppe Fastiggi = Spatafore; Giuseppe Fastiggi = Scozzato (omonimo del precedente, abitavano entrambi «sotto il giardino»); Lonardo Fierravante = Tabaccone; Giovanni Fierravanti = Fiaschiello; AntonioFrasca = Procobio;Francesco Galgano = Focile;

Francesco Galgano = Cortellazzo (omonimo del precedente, abitavano entrambi «sotto le case cadute»); Giuseppe Galgano = Gliugliù; Giuseppe Galgano = Vecchio (omonimo del precedente, abitava «sotto le case cadute»); Donato Galluccio = Rovetale; Donato Gervasi = Mauriello; Angiola Giorgio = Schiaffo; Nicolò Guglielmo = lo Cecato; Giuseppe Iannella = Camarcio; Giuseppe Liberto = la Mastra; Francesco Margotta = Petruzzo; Giuseppe Melaccio = Saccone;

Giuseppe Rubino = Mustazzo; Antonio Russo = Cosamata; Francesco Russo = Guauciello; Giovanni Russo = la Scorta; Francesco Scoca = Crudele; Gennaro Scoca = Discepolo; Giuseppe Scoca = il Malomo; Giovanni Sepe = Vocetto; Michele Sozio = Muto; Giuseppe Stanco = Nascarella; Giovanni Toglia = Spezza; Giovanni Tornillo = S. Aloj (S. Eligio, invocato per la guarigione dei somari); Angiola Zabatti = madre di Tarantola.

Scorrendo l’elenco si può constatare la scomparsa di alcuni cognomi piuttosto diffusi in Calitri nel Cinquecento e nel Seicento, come Freda, Lillo, Balascio, Cera e così via; e si può rilevare come altri oggi comuni, ad esempio Acocella, siano comparsisolo dopo la metà del Settecento. L’arciprete registra i cognomi usando una forma più colta o più arcaica rispetto a quelle usate dal sindaco o dagli eletti (per es. dell’Abazia per Della Badia, oppure Borrillo per Berrilli). E’ invece difficile distinguere con sicurezza il soprannome di una persona da quella che potrebbe essere una semplice indicazione sulla sua condizione fisica o sociale: era davvero “Dottore” Donato di Napoli, o questo era solo il soprannome della sua famiglia? Ed era davvero “Cecato” Nicolò Guglielmo? Domande del genere sono destinate a rimanere senza risposta, ma non importa; ciò che conta è l’emozione che si prova nel leggere i soprannomi antichi, che ci fanno scoprire un inatteso legame con i nostri concittadini di due secoli fa.

 
   
     
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