Introduzione
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Negli ultimi anni i libri pubblicati su Calitri sono stati numerosi e, a partire dalla fine degli anni Settanta, si è assistito a un fiorire di studi che, privilegiando l’indagine documentaria rispetto alle semplici descrizioni del folclore e delle tradizioni antiche, hanno chiarito molti aspetti della storia del paese. Le ricerche sono state condotte da un piccolo gruppo di appassionati che nel corso degli anni, ciascuno secondo la propria formazione e i propri interessi, hanno studiato Calitri da molteplici punti di vista, dalla religione all’etnologia, dall’urbanistica alla storia sociale.
Sebbene ogni studioso abbia lavorato per conto suo e in momenti diversi, nell’insieme i risultati di questo impegno collettivo sono lusinghieri. Sono state indagate nuove fonti e sono stati rinvenuti numerosi documenti inediti, ma soprattutto, grazie alla pubblicazione dei materiali ritrovati e studiati (catasti, registri parrocchiali, visite pastorali, protocolli notarili, manoscritti e molto altro ancora), è stata messa a disposizione di tutti una gran mole di dati, compensando la perdita di tante testimonianze distrutte durante l’ultima guerra o disperse in seguito al terremoto del 1980. La Storia di Calitri di Vito Acocella resta tuttora il testo più completo, con il quale ogni studioso ha dovuto confrontarsi nel corso delle sue ricerche; tuttavia i documenti oggi conosciuti permettono di riscriverne o integrarne varie parti.
Un ruolo non secondario nel far crescere l’interesse per le antiche memorie è stato svolto dalla rivista “Il Calitrano”, fondata da Raffaele Salvante subito dopo il terremoto del 1980, quando la cultura e l’identità dei piccoli centri dell’Irpinia rischiavano di scomparire.
La caparbietà di Salvante nel voler mantenere vivo il senso di appartenenza di tutti i compaesani alla stessa comunità, raccogliendo testimonianze e materiali che costituissero un sicuro punto di riferimento per quanti erano lontani dalla terra di origine, ha contribuito a salvare dall’oblio quell’insieme di personaggi, storie, usanze ed espressioni dialettali che costituiscono gran parte della memoria di ogni collettività, soprattutto di quelle piccole. Nello stesso tempo la rivista ha instaurato un confronto costante con le iniziative promosse dall’Amministrazione comunale, dalla Soprintendenza, dalla “Pro-loco” e dalle associazioni che nel corso degli anni si sono impegnate nel recupero della cultura e delle tradizioni locali.