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I registri parrocchiali antichi
della chiesa di San Canio

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L’archivio parrocchiale di Calitri, conservato nella chiesa di San Canio, è giunto fino ai nostri giorni quasi intatto; i registri iniziano dall’anno 1555, quindi prima che i decreti emanati dal Concilio di Trento obbligassero i sacerdoti ad annotare i battesimi, i matrimoni e i defunti della loro parrocchia. Numerosi studiosi, primo tra tutti Vito Acocella, l’hanno utilizzato, poiché si tratta di una delle fonti più importanti per la storia del nostro paese(1).

All’inizio degli anni ’90 Teresa Di Maio studiò alcuni libri parrocchiali sei e settecenteschi, illustrandone il contenuto e il valore come fonte storica in due dattiloscritti inediti che si conservano nella biblioteca comunale di Calitri; il lavoro della studiosa, nonostante qualche errore di trascrizione, dovuto alla grafia non sempre comprensibile dei sacerdoti che compilarono i registri, è di grande interesse e costituisce una lettura gradevolissima(2).

Quando Teresa Di Maio scrisse il suo lavoro non poté consultare i due libri più antichi dell’archivio che, scomparsi dopo il terremoto del 23 novembre 1980, si ritenevano perduti; ma alcuni anni fa i due volumi sono stati ritrovati nel campanile della chiesa madre e sono ritornati al loro posto. Il presente articolo si propone di esaminare i due registri ritrovati, completando il lavoro intrapreso più di dieci anni fa dalla professoressa Di Maio.

I due volumi, uno in quarto e l’altro in ottavo, sono rilegati in pergamena. Il primo registro è mutilo e contiene solo i battezzati e i confermati (cresimati) negli anni tra il 1555 e il 1588, quando era arciprete don Dionisio Zampaglione; un’annotazione sull’ultima pagina dice che il volume fu “ligato nuovamente perché tutto scompaginato da Mastro Pasquale Troisi di Gifoni libraro - à di 23 8bre 1769” e che “vi mancano anni 24 dal 1589 sino a tutto l’anno 1612”. Il secondo registro, compilato dal parroco don Rodolfo de Aloisi, va dal 1612 al 1648, è completo e contiene gli elenchi dei battezzati, dei matrimoni, dei confermati e dei defunti; anche questo volume fu restaurato nel XVIII secolo. Le annotazioni dei parroci permettono di chiarire molti aspetti della vita calitrana tra il XVI e il XVII secolo, un periodo storico sul quale le informazioni in nostro possesso sono ancora scarse.

 
   
     
   
 
         
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