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La chiesa di San Michele Arcangelo
e la confraternita del Purgatorio

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Il terremoto del 1980 ha cancellato molti luoghi di Calitri, in particolare nella zona di ampliamento ottocentesco tra corso Matteotti, via Chiesa Madre e i rioni Castello e Torre; tuttavia alcune delle architetture più significative del paese sono state distrutte prima del terremoto, a volte per motivi incomprensibili. Basta pensare, per citare solo due casi, al “Casino rosso” che la famiglia Tozzoli possedeva in contrada Pittoli, demolito negli anni Settanta per far posto a un condominio; oppure alla suggestiva chiesetta di San Michele al corso Garibaldi, scomparsa negli stessi anni e della quale si parlerà nel presente lavoro.

Il culto di San Michele Arcangelo e la chiesa antica

Il culto dell’arcangelo Michele risale al Medioevo; fu introdotto dai Longobardi, che riconobbero nell’angelo con la spada l’equivalente delle loro divinità guerriere, ed ebbe grande diffusione nell’Italia meridionale. All’arcangelo furono dedicate chiese in tutto il Mezzogiorno d’Italia e in particolare nella zona circostante il promontorio del Gargano; qui, sul monte Sant’Angelo, presso la città di Siponto, sorse nel VII secolo d.C., dopo la vittoria dei Longobardi sui Bizantini, uno dei più antichi santuari della cristianità.

In Campania i più famosi luoghi dedicati all’Angelo erano la grotta di San Michele, presso Olevano sul Tusciano, in provincia di Salerno, e l’abbazia di Sant’Angelo in Formis, capolavoro dell’arte romanica, nei pressi di Capua. Nei dintorni di Calitri presero il nome dal santo caro ai Longobardi il paese di Sant’Angelo dei Lombardi, la badia di San Michele a Monticchio, la cappella di San Michele al Bosco, in direzione di Rapone e il casale chiamato di Sant’Arcangelo, in contrada Vetrano.

Anche nell’abitato di Calitri esisteva una chiesa intitolata a San Michele, alla quale afferiva la “Laical Confraternita del Purgatorio o Pio Monte dei Morti eretta sotto il titolo di S. Michele Arcangelo”, che doveva il nome al ruolo dell’arcangelo, venerato come protettore nel momento della morte e accompagnatore delle anime nell’aldilà, e per questo motivo raffigurato spesso con in mano la bilancia per pesare i peccati.

La chiesa sarebbe stata fondata, secondo quanto riportavano gli statuti della Confraternita, il 23 giugno 1333 nel rione Torre, ai piedi del castello(1). Tuttavia, come già aveva chiarito Carlo De Rosa(2), la datazione della chiesa è frutto di una cattiva trascrizione; la data riportata sugli statuti è in realtà il 1777, anno in cui furono approvate dalla Corte borbonica le Regole del sodalizio(3).

 
   
     
   
 
         
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