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Da Atella ad Acerenza
Il viaggio di San Canio

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San Canio, il veneratissimo santo che, raffigurato come un anziano vescovo con la mitria, il pastorale e la palma del martirio in mano, si festeggia nel nostro paese il 25 maggio e il 1 settembre di ogni anno, non fu il primo protettore di Calitri. Sebbene le notizie al riguardo siano scarse e incerte, i primi patroni furono probabilmente San Biagio e Santa Maria Maddalena, dei quali resta memoria nei registri parrocchiali e nelle descrizioni della chiesa madre contenute negli atti delle visite pastorali.

Di San Canio (o San Canione) si conosce poco. Non è chiaro se fosse davvero un vescovo, ed è dubbio che fosse di origine africana come vuole la tradizione. E' certo invece che egli morì, tra il IV e il V secolo d.C., nella città osca di Atella, situata tra le attuali cittadine di Orta di Atella e Sant'Arpino, al confine tra le province di Napoli e Caserta. Dunque il culto del santo avrebbe avuto origine prima del VI secolo d.C. nella pianura estesa tra Napoli e Capua che in seguito fu chiamata la “Terra di lavoro”. E qui sorgevano le uniche due chiese intitolate a San Canio: la prima, sorta sulla primitiva sepoltura del santo e della quale avanza qualche rudere, a Sant'Arpino, la seconda a Cuma.

Un’immagine di San Canio si trovava in uno dei mosaici del VI secolo d.C. che decoravano la basilica di San Prisco a Capua(1). I mosaici non esistono più, ma gli archeologi dei secoli passati ebbero cura di riportarli in alcuni disegni; un'incisione ottocentesca, tratta da un disegno del XVII secolo, riproduce il mosaico di Capua e mostra San Canio ritratto secondo l'iconografia paleocristiana, vestito con una tunica bianca e con in mano la corona del martirio(2); un'immagine molto diversa da quella con la quale egli venne rappresentato in Età Moderna e alla quale siamo abituati.

Secondo la tradizione, i calitrani avrebbero eletto San Canio patrono durante il trasporto del corpo del martire da Atella ad Acerenza, la città lucana che lo aveva eletto protettore; al passaggio del sacro corteo nei paraggi di Calitri, le campane della chiesa si sarebbero messe a suonare, inducendo i nostri concittadini a scegliere il santo come nuovo protettore. Fino a pochi anni fa si pensava che il trasferimento del corpo di San Canio avesse avuto luogo nell’VIII secolo (precisamente nell'anno 799, al tempo di Leone, vescovo di Acerenza), ma la moderna critica storica ritiene, con buone ragioni, che la traslazione sia avvenuta trecento anni dopo, nella seconda metà dell'XI secolo(3).

 
   
     
   
 
         
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