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L'uccisione del maiale - Il maiale
(puorc') era una particolare fonte di approvvigionamento di alimenti.
Quasi ogni famiglia allevava con cura il proprio maiale.
La "t'm'brata", miscuglio di farine, di vari semi e crusca,
patate, mele di scarto sanza di olive (li nuzz'), zucche (c'cozz'),
resti della cucina ed altro erano il pasto del maiale. Quando si
avvicinava il tempo della macellazione, che avveniva di solito fra
i mesi di dicembre e gennaio, il maiale veniva particolarmente nutrito
con semi e farina di granone. L'uccisione del maiale era quasi un
rito.
Vi partecipavano i familiari e qualche amico che aiutavano a tenere
ben fermo l'animale quando veniva ucciso.
Il maiale veniva sgozzato con un lungo coltello che recideva la
vena giugulare. Il sangue che fuoriusciva veniva raccolto e defibrinato
in un recipiente e successivamente lavorato.Il maiale veniva messo
in una tinozza in legno con fiancate basse (fazzatora) e
.pelato
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utilizzando coltelliaffilati e dell'acqua bollente. Poi veniva sollevato
con il gambiere (ammier') e il paranco (parancul'), appeso al soffitto
della casa, squartato, pulito di tutti gli interiori (fegato, cuore,
polmoni, intestini, ecc) e lasciato al freddo.
Veniva poi sezionato (p'zziat') e fatti i pezzi destinati alla preparazione
dei prosciutti (pr'sutt'), capicollo (cap'cuoggh'), ventresche (v'n'tresch'),
"tasse" di lardo, la carne rimanente veniva fatta a pezzettini
ed utilizzata per preparare i salami (sauzicch'), le soppressate
(s'br'ssat') e i salami grassi (pr'mun') fatti di carne grassa unita
ai polmoni.
Fra un'operazione e l'altra gli uomini raccontavano fatti ed aneddoti
mentre le donne approfittavano per spettegolare un po'. All'ora
di pranzo tutti si mettevano a tavola e fra un bicchiere di vino
e l'altro mangiavano un piatto di pasta e la "sfritta",
fatta con il fegato e il polmone del maiale e peperoni sott'aceto
(p'p'ceggh').
Del maiale non veniva buttato proprio nulla. Il sangue veniva utilizzato
per preparare il sanguinaccio (u sammucch') e più tardi anche
il sangue dolce utilizzato per la torta. Gli ossi ben spolpati venivano
bolliti unitamente a cotiche, rimasuglie di carne, orecchie, muso,
estremità degli arti per farne gelatina da utilizzare nei
giorni successivi.
La cotica veniva utilizzata per preparare i cotechini (n'nogl'),
gli intestini venivano utilizzati per preparare i salami. I salami
venivano messi ad essiccare e poi venivano conservati nel graniere
in mezzo al grano e sott'olio per essere consumati durante l'arco
dell'anno.
I pezzi di lardo, i prosciutti, le spalle, le ventresche, i guanciali,
il capicollo venivano messi in una tinozza a "salare"
e rimossi di tanto in tanto. All'uscita del sale tutti venivano
appesi alle pertiche per l'essiccazione e la stagionatura.
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