I sindaci di Calitri
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1582 - Antonio De Mayo
Il suo nome è ricordato negli atti della visita pastorale indetta da mons. Pescara. Tra gli Eletti di quell'anno c’erano il notaio Cesare Tartaglia e mastro Donato de Aloisi (o de Loisi)(8).

1623 - Bartolomeo Fruscio
Un documento trascritto da Vito Acocella riporta il nome del sindaco Bartolomeo Frucci insieme con quelli degli Eletti Donato Insengola, Antonio Tuozzolo, Antonio Jannuzzello, Domenico “de Capossele” e Ludovico “de Aloisiis”, impegnati a trovare i mezzi finanziari per far fronte a un debito contratto dall’Università di Calitri negli anni precedenti, quando il paese era stato costretto a ospitare e mantenere per ordine del viceré un presidio di soldati spagnoli.

Dal documento si apprende un altro particolare interessante: gli amministratori e i cittadini di Calitri erano soliti radunarsi “intus sedilem terrae predictae in platea publica”. Questo vuol dire che a Calitri esisteva un “sedile” o “seggio”, cioè un edificio pubblico utilizzato per le riunioni. Nulla di paragonabile ai “sedili” dei centri più grandi, che erano i luoghi di riunione della nobiltà cittadina; quello che si trovava nella piazza di Calitri era descritto come il loco solito ubi congregari solent publicis colloquiis et parlamentis facientes cum infrascriptis hominibus, civibus, maiore et saniore parte predictae terrae Caletri(9), qualcosa di simile all’odierna aula del consiglio comunale.

1630 - Giovanni Antonio Germano
Nel 1630 fu disposta nel Regno di Napoli una “numerazione dei fuochi” (oggi si direbbe un censimento), da utilizzare per fini fiscali; la “numerazione” consisteva nel contare in ogni centro urbano il numero di famiglie (un “fuoco” corrispondeva a un nucleo familiare di sei-otto componenti), tra le quali poi veniva ripartita la tassazione. Poiché, come è facile immaginare, gli accertamenti patrimoniali non erano graditi ai cittadini, molti cercavano di sottrarsi al censimento. Così il sindaco Germano e gli Eletti furono costretti a girare di casa in casa per scoprire eventuali evasori ed evitare che le tasse non corrisposte dai contribuenti disonesti gravassero su tutti i cittadini dell'Università; in questo modo furono contati448 fuochi, per un totale di circa 3600 anime(10).

1644 - Carlo Perretti
Nel 1644 vi fu un nuovo censimento e, per limitare al massimo le evasioni fiscali, il viceré inviò numerosi funzionari, che chiesero al sindaco Perretti di mettere a loro disposizione i catasti originali e tutte le scritture contabili dell’Università e che non trascurarono di esaminare anche i registri parrocchiali; furono contati 550 fuochi(11).

1734 - Lionardo Germano e Donato Fastiggi
Nel 1734 si successero nella carica di sindaco prima Lionardo Germano e poi Donato Fastiggi. Le loro amministrazioni contribuirono con diciotto ducati all’acquisto, in Napoli, della statua lignea dell’Immacolata Concezione(12). Uno degli Eletti dell’anno 1730 fu Francesco Maria Margotta (1699-1764), che alla fine del suo mandato si fece sacerdote e, divenuto padre spirituale della confraternita dell’Immacolata, commissionò a uno scultore napoletano la statua della Vergine(13).

 
   
     
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