"METTI UNA SERA IN VIA DEL RE"
ASSOCIAZIONE CULTURALE "CALCES"
 

Il GAL VERDE IRPINIA e CALCES (Libera associazione per la valorizzazione del centro storico di Calitri) hanno ideato, organizzato e realizzato, il 15 ottobre 2005, un evento: “Metti una sera in Via Del Re”, per inaugurare la riapertura di una caverna nell’antico abitato di Calitri.

L’evento ha preso spunto da una citazione di Bruno Zevi, illustrecritico d’architettura:

Paradossalmente, si potrebbe affermare che, sotto il profilo linguistico,l’uomo moderno,in modo consapevole o inconscio, aspira a tornare all’esperienza cavernicola.

Infatti la caverna:

-non ha la facciata. Non sente il bisogno di chiudersi dietro un muro, si spalanca verso l’esterno.

Oggi si mira ad aprire il “dentro”, verso il “fuori”,magari schermandolo con lastre trasparenti;

-non distingue tra pavimenti, pareti e soffitti. Esalta la continuità che fascia lo spazio, senza tentare di inscatolarlo;

-non omologa le luci. Le capta, le filtra, le possiede, le gestisce rifrangendole in ogni direzione,su rozzi macigni;

-trionfa nei suoi spessori. Ovunque troviamo spacchi, buche, ferite e lacerazioni, dislivelli ossessivi. Si sale e si scende,

non si cammina mai in piano. Ignorati gli angoli retti come gli insulsi purismi accademici;

-non ha volume. Non posa sulla terra, le appartiene e vi si mimetizza.

........................Ma le caverne sono intrinsecamente diverse una dall’altra,autonome, scevre di modelli.

Tale è il “grado zero”, grammaticale e sintattico, della scrittura preistorica. Si dirama nelle capanne, nelle stazioni palafitticole, nelle strutture abitative dei nomadi, nei villaggi dei trulli e negli sbalorditivi scenari di Matera.”

Bruno Zevi

Controstoria dell’Architettura in Italia
PREISTORIA E ALTO MEDIOEVO

TASCABILI ECONOMICI NEWTON
Prima edizione luglio 1995 - pagg.10-12

L’evento si è articolato:

- nella fruizione spaziale di questo antico antro, le cui dimensioni sono di ventri metri in profondità e circa sei in altezza;

-nella proiezione di un DVD di progetti dell’architetto tedesco Simon Ungers, tratti dal libro edito da LIBRIA, Melfi “Autonomy and Dialogue” di Jos Bosman;

-nell’esposizione di sculture in ferro dell’artista Fulvio Moscaritolo;

-nella degustazione di prodotti tipici calitrani, (salami, formaggi, pizze, focacce, vini)

-nell’ascolto di musica.

La sera, sono convenute circa 250 persone.

La partecipazione degli invitati è stata molto calorosa e interessata: tutti hanno ammirato le qualità spaziali della caverna, riscontrandonele valenze tattili, figurative e formali.

Anche gli abitanti del quartiere hanno partecipato attivamente all’evento, collaborando nell’accogliere gli ospiti e nel mostrare le altre case e vie del centro storico.La serata, iniziata con largo anticipo sull'orario previsto, ore 18,30 invce che 19,30 si è chiusa alle ore 23 circa.

L’evento è proseguito fino al giorno 23 ottobre, con la visita alla caverna e alla mostra delle sculture di Fulvio Moscaritolo.

 

FULVIO MOSCARITOLO

Fulvio Moscaritolo, nato a Mirabella Eclano (Av) il 25/06/1946, è docente di Plastica all’Istituto d’Arte di Calitri, dove vive da molti anni.

Ceramista, pittore, scultore, ha partecipato a numerose mostre collettive di livello nazionale:

Viaggio attraverso la ceramica 1998;
V° premio nazionale Vietri sul mare (Sa);

Presepiante Cerreto Sannita (Bn) 1998-1999-2001-2002-2003-2004;

L’immaginario religioso
Anno del giubileo II° Biennale ceramica contemporanea Cerreto Sannita 2000

XIV Rassegna della ceramica premio mediterraneo 2002
2° Premio città di Cava dei Tirreni

Concorso sale in corpo Faenza 2005
1° Premio

ricevendo premi e riconoscimenti.

Le sue opere sono esposte nei musei di Faenza, Sesto Fiorentino, Assisi, Cerreto Sannita, Cava dei Tirreni, Grottaglie.

In Moscaritolo l’interesse per l’arte si definisce nel clima operoso degli anni sessanta e settanta, quando compie costruttive esperienze, confrontandosi con giovani artisti irpini (Italo Scelza, Storti, Leone Sinibaldi, Giovanni Sica, Spiniello).

Negli anni seguenti, a Calitri, ove si richiude in fervosa concentrazione artistica, egli indirizza le sue forme estetiche verso le immagini stereotipe dei mass-media, con espliciti riferimenti alla Pop art.

Gli anni ottanta sono caratterizzati dall’apertura a nuove tendenze espressive, anche in occasione dei suoi viaggi a Londra, Parigi, Madrid, Atene, Vienna.

Piu’ recentemente la sua curiosità lo ha spinto alla ricerca ed al recupero di oggetti di uso comune, vecchi e desueti, ma suscitatori di un’emozione che l’autore traduce in composizioni informali.

Le lamiere e i ferri contorti, che conservano la memoria del tempo e i segni della laboriosità dell’uomo, sono piegate ad assumere forme e immaginazioni cariche di significati metaforici.