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Il costume femminile (p'zzill') -
Una delle maggiori attrattive che Calitri ha esercitato nel passato
sull'animo dei forestieri è stato senza dubbio il costume
popolare femminile che presentava una festosa e leggiadra molteplicità
di colori.
Esso era un'espressione ricca e gentile della spontaneità
e genialità delle nostre arti popolari; era un insieme armonioso
e fresco che accontentava l'occhio e costituiva il carattere intrinseco
della tradizione.
Il costume calitrano era veramente pittoresco e metteva in risalto
la bellezza delle donne nella pienezza della loro rigogliosa salute:
visi dolci, freschi sorridenti spuntavano tra i pizzi e i merletti
in una eleganza semplice e dignitosa.
Il modo di vestire delle donne calitrane era uno dei più
belli della Campania e gareggiava con quelli dei paesi vicini: Bisaccia
e Montecalvo.
Il costume di Calitri constava dei seguenti elementi: una gonna
(u'nnegghia) ampia e lunga fino a terra, increspata a scannellature
alla vita così da formare un grosso rilievo di pieghe verticali
(ricchieppo); poteva essere rimboccata tutt'intorno, sotto le pieghe
verticali, a mezzo di un nastro lungo di cotone (accurcio), a colori,
lavorato in casa. La sottana diveniva .più
.corta .così
.da .assicurare
.alle .donne
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Costume femminile
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donne maggiore agilità di movimenti durante il lavoro. La
stoffa d'uso più comune per la donna era una lana pesante
(trillice) tessuta (varcata) in casa, tinta con l'indaco in azzurro-carbonella.
Sulla cintura, nella parte posteriore, si applicavano due nastri
scarlatti (uglietti) che si allacciavano in ricche ciocche (cioffe);
sul davanti si praticava un'apertura (p'r'tegghia).
La gonna terminava, nella parte inferiore, con un orlo di stoffa
scarlatta sovrapposta internamente, sporgente di qualche centimetro,
che armonizzava esteticamente con il rosso delle calze. La gonna
era sostenuta da una grande bretella (baccalà) anche di lana
pesante, che partendo dalla parte posteriore finiva sul davanti
in due bretelle. Questa bretella era ricoperta di trina bianca e
ai lati portava, spioventi, alcuni nastri di seta a colori che servivano
sia per ornamento che per legare le manopole.
Quando una donna diventava vedova la trina bianca e i nastri venivano
tolti in segno di lutto. Anche le bretelle anteriori erano ornate
di nastri di molti colori, terminanti in ricche ciocchette spio-
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Fascio di amuleti
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venti.Alla bretella sinistra si fermava una specie di uncinetto
(ciappetta) attraverso il quale scorreva il filo per la confezione
delle calze. Su questa stessa bretella sinistra, unita in fascio,
pendevano alcuni amuleti.
Erano ciondoli, piccole conchiglie, mani (manuzze) di talpa, denti
di cinghiale, servivano a scongiurare i malocchi.
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