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Il Calzolaio (u scarpar') - Il calzolaio
viveva una vita simile a quella del contadino perché con
quest'ultimo divideva quasi tutte le attività agricole, in
particolare quelle inerenti alle produzioni di derrate:il grano,
il granone, le biade, l'uva e la frutta.
Egli era, si può dire quasi, calzolaio d'inverno e dei periodi
dell'anno piovosi, nevosi, freddi o eccessivamente caldi e contadino
per tutti gli altri.
Non avendo bisogno di molto spazio il calzolaio svolgeva, normalmente,
la sua attività in un angolo della casa o in una piccola
bottega.
L'opera dello "scarparo" nei tempi passati, fino al termine
della seconda guerra mondiale, veniva svolta presso le famiglie
più che nella propria bottega.
Il mastro con i suoi lavoranti e discepoli si recava nella case
a svolgere la propria attività, consistente nel confe-
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Calzolaio al lavoro
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zionare scarpe nuove e riparare le vecchie per tutti i componenti
della famiglia, presso la quale consumava i pasti offerti. E i tanti
fatti strani e aneddoti che ancora oggi si raccontano avvenivano
proprio durante queste permanenze, quando i lavoranti condividevano
la vita domestica della famiglia ospitante.
Per riparare o fare nuove scarpe gli bastavano pochi e minuti attrezzi
collocati sul suo piccolo banchetto: le forme per le scarpe, il
martello, i chiodi, il punzone, il piede di ferro, il tirasuole,
la pinza per occhielli, lo spago, ecc.
I calzolai erano impegnati quasi esclusivamente nella produzione
e riparazione di scarpe pesanti (i cuturr') che avevano le suole
rivestite di bullette di ferro ('r tacc') perchè dovevano
durare a lungo.
Ai più era difficile che mancasse il lavoro, poiché
a Calitri, al contrario di quanto si verificava altrove, i contadini
non erano abituati a lavorare calzando gli zoccoli o stando scalzi,
e così di tutto sapevano fare a meno ma non di un buon paio
di scarpe.
Il calzolaio svolgeva l'attività anche in settori affini.
Egli confezionava: la cintura per pantaloni che tagliava ("staccava")
lungo tutto il dorso della pelle del vitello per ottenerla lunga,
da un lato cuciva la fibbia e il passante, dall'altro l'appuntiva
e la perforava nell'ultimo tratto; le varie bretelle; lo "scarfugghio"
(la protezione dell'indice) e "'u vrazzal"' (bracciale)
del mietitore; il grembiule e la "vandiera" dei fabbri;
"li 'nand-vrache" per i pastori e per i mungitori di mucche;
i paramacchia per i cacciatori e tutto quanto concerneva le cavezze,
le briglie e i finimenti di selle, sellini per carretti e basti
di muli, asini e cavalli, in assenza di sellai.
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