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Il Sarto (u cus'tor') - Quella dei
sarti era una categoria particolare. Erano tutti istruiti, leggevano
molto e quando se ne presentava l'occasione erano ben felici di
fare sfoggio della loro cultura. Nel laboratorio del sarto non mancavano
mai i giornali, che venivano letti ad alta voce dal sarto ai presenti,
e dai quali si traevano le notizie, oggetto di discussioni tra le
persone che frequentavano la bottega che era, soprattutto d'inverno,
anche luogo di ritrovo.
Nel suo laboratorio si trovavano pochi ma indispensabili strumenti
utili alla propria attività: un grande tavolo, le forbici,
le macchine per cucire con e senza i pedali, il manichino di legno,
i pesanti ferri da stiro a carbone, i modelli di carta per abiti,
lunette, ecc..
Negli ultimi tempi il sarto sottoponeva alla scelta di chi doveva
farsi cucire un vestito diversi campionari di stoffe.
Una volta decisa la stoffa, il sarto prendeva le misure del committente,
calcolava la quantità e la ordinava insieme agli accessori
necessari.
Il vestito veniva prima disegnato sulla stoffa, ritagliato, imbastito
e dopo alcune prove veniva cucito definitivamente. |
Sarto al lavoro
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Dato che le persone che si facevano cucire un vestito non erano
poi molte, il sarto arrotondava il suo reddito svolgendo il mestiere
del barbiere. Questa seconda attività si svolgeva, prevalentemente,
di sabato e di domenica: giorni in cui era consuetudine radersi.
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